Motore diesel 2, appendice - Taranto Trasgressiva

Motore diesel 2, appendice - Taranto Trasgressiva

donna Luisa si mise addosso una lunga maglia di lana, prese da un tiretto una sua giacca e me la mise sulle spalle, copriamoci un poco, almeno il tempo di mangiare, la sera le temperature scendono di parecchi gradi sotto zero, mentre dal frigo prese un paio di costatele di maiale, le faccio sulla brace, tengo i peperoni sott'aceto, oppure, preferisci qualche altra cosa, non fare cerimonie tesoro caro, va benissimo così, grazie. Mentre china metteva la carne sul fuoco le guardai le gambe lunghe, le infilai una mano dietro e le accarezzai le natiche, il sedere, no, tesoro, fammi arrostire la carne altrimenti se mi tocchi dietro non riesco più a fare niente, il suo culo rotondo sembrava un grosso pallone, lo sfiorai appena, ti prego, no, ma che ti ha preso, ti sei arrapato di nuovo? e non si vede le risposi, gli presi la mano e la portai sul cazzo, se continui così non si cena, ti ho detto che dopo, ci mettiamo a letto e puoi sfogarti come vuoi, un poco di pazienza. Aiutami a mettere la tavola, per piacere adesso calmati, prendi i piatti e le posate, affettò il pane, diede uno sguardo alla carne, credo che tra poco è quasi pronta, prese le pinze e mise la carne nei due piatti insieme ai peperoni, prese due calici di vino rosso, dai facciamo un brindisi, prima però che si portasse il bicchiere alla bocca la baciai con passione, la bocca era meravigliosa, carnosa, lussuriosa ben fatta, quello che mi attizzava oltre le labbra era il suo naso lungo incorniciato in un volto allungato, smettila, si fredda tutto. Come quell'anima maledetta di Garibaldi dissi, Obbedisco, iniziò a ridere, sei un bel tipo, non pensavo che eri spiritoso, giusto le dissi, adesso che abbiamo soddisfatto lo spirito pensiamo alla carne, si, si tesoro,fammi togliere la tavola, e poi sono tutta tua. Mentre toglieva la tavola mi ero avvicinato al camino, le scintille che si alzavano sembravano stelle che scomparivano all'improvviso, sentii la sua voce, dai, facciamoci un altro sorso di quest'ottimo rosso, aveva già riempiti i bicchieri, per carità le dissi, io non bevo, ma dai, una bella chiavata inizia e termina sempre con un bel bicchiere di rosso, mentre mi porgeva il bicchiere si avvicinò, mi baciò, le infilai la mano in mezzo alle gambe, si, adesso si, sono pronta, andiamo a letto. Il letto era di una piazza e mezza, non troppo alto, mi tolsi la giacca prestatami e via sotto le coperte, erano fredde, si sfilò il maglione e ci ritrovammo nudi come natura ci aveva fatti, un lungo interminabile abbraccio faceva dei nostri corpi una sola entità, ridevamo entrambi, non tanto per la passione ma per il gran freddo, i nostri corpi cercavano ristoro, le gambe si soprapponevano, strusciavano, le mani cercavano la carne calda, le toccai il seno, ci toccavamo dappertutto, le infilai la coscia in mezzo alle sue, la patata era calda, ci strofinavamo tra una leccata e l'altra, inzuppata di saliva, il sangue poco alla volta aveva iniziato a circolare, il mio cazzo passeggiava su quel bel corpo, passavo dalla fica al culo soffermandomi ben volentieri sull'enorme petto dove al centro dei seni si trovavano due enormi capezzoli che stringevo tra le mani, fai piano, mi fai male. Quasi per il contrappasso dantesco e farmi perdonare presi i capezzoli li misi in bocca massaggiandoli con la lingua, gli toccavo il culo, avevo capito che il suo didietro era il centro anzi, l'epicentro della sua libidine era lì, sempre pronto a qualsiasi penetrazione e con ogni mezzo, le toccavo le natiche, il mio dito s'infilava dolcemente nell'ano, sentivo che iniziava a friggere, mentre lentamente entravo ed uscivo dal suo dal culo, intanto, cercavo di conoscere anche l'umore della sua fica, era ancora asciutta e secca, cercai di toccarla le grandi labbra, il clitoride mi tolse quasi subito la mano, no, no, leccami prima la fica, stropicciavo con la lingua le sue grandi labbra poi sempre più giù, lei gemeva dal piacere, la sua fica sembrava avesse dei sussulti improvvisi specialmente se le mettevo le dita affondandole nel suo culo, mi piace da morire sussurrava, che bello, ha, ha, si, si, continua così, così, godo, quanto è bello e duro, prese il mio cazzo e lo smanettava su e giù, se lo infilò nella patata bollente, è come una verga infuocata disse, sento che mi entra nelle ossa, si, si, e mentre lei miagolava dal piacere, ogni tanto, non dimenticavo di estrarlo dalla fica per mettercelo in culo. Ogni volta che la mia cappella le toccava il culo o il clitoride sentivo I gorgoglii di piacere che emetteva, si bravo così, si, continua, sentiva entrare ed uscire quel bel cazzo, una volta nella fica l'altra volta nel culo, i gemiti ben presto erano diventati spasimi di grande lussuria, farfugliava dicendomi, la miglior medicina per una donna qualsiasi è quella di avere sempre un bel cazzo tosto tra le cosce, mentre la trombavo davanti e di dietro prendeva il mio cazzo tra le mani e se lo infilava in bocca, lo succhiava, lo baciava tutto, dalle palle alla cappella, come è grosso, lo scapocchiava prima con la mano intera poi, con le sole dita del pollice e dell'indice, fottimi, ti prego, se lo rimise lei un'altra volta nella fica, scendeva e saliva che era una meraviglia, sentii un urlo, si, si, cazzo, mio bello, mi sto bagnando tutta, dai, dai, mi tirava qualche pugno sulle natiche, mi arriva, e per sentire tutto il mio cazzo nella sua fica si mise tutte e due le mani sotto il culo inarcandolo, mi arriva, mi arriva, si, si, sento il prurito in mezzo alle cosce, che bello, stava sbrodolando tutto il suo amore, spingeva il culo per sentire gli ultimi attacchi che il mio cazzo gli stava assestando in quell'inferno mai sazio, forse voleva gustarselo ancor di più gli ultimi colpi. Capii che era sfinita, fai piano ti prego fammi assaporare il godimento che provo, è bello sentire la fica che assapora tutto, fai piano, non lo tirare fuori, fermati un poco perché è bello anche se sono venuta sentire il cazzo dentro che mi fa compagnia è meraviglioso, leccavo il suo volto, il naso, il petto i capezzoli, non lo cacciare, sento il cazzo turgido che parla con la mia farfallina, tra una botta e l'altra il mio cazzo però non le lasciava tregua, dopo poco tempo sfilai dalla fica ormai fradicia il mio cazzo e lo inzuppai nel culo, ancora, mi disse, si, ancora un poco, ma fammi riposare un attimo, dopo ci riposiamo, mentre il cazzo lentamente entrava come una locomotiva tra le sue natiche, gemeva e fremeva dal piacere, il cazzo faceva andata e ritorno senza sostare in nessuna stazione intermedia, sento un formicolio dalle dita dei piedi fino al cervello, il tuo cazzo non si stanca mai, che bello, si bello il cazzo sentirselo dietro, la pompai ancora, si, adesso mi sento pure il culo sgarrupato, si, si com'è bello, ancora diverse botte e mi accorsi che stavo venendo pure io , e mentre lei godeva e si sparava un ditalino con entrambe le mani rallentai la corsa, ritrarsi il cazzo dal suo culo, mi sento le ossa indolenzite, gli presi la faccia e lo ficcai in quella sua bellissima bocca fatta sembrava apposta per fare pompini, lo prese in bocca, lo stringeva a volte anche forte, lo succhiava con passione ed avidità, quel che a me piaceva però era quando dopo succhiato lo annusava, il suo naso lungo sembrava divertirsi nell'annusare gli schizzi di sborra calda e densa che uscirono dal buco della cappella del mio cazzo. Rimanemmo stretti abbracciati per tanto tempo, mi toccava i capelli, mi accarezzava la faccia, che bella scopata, era da tanto tempo che non mi facevo una bella trombata, grazie amore lo dicevo prima che un poco di te mi apparteneva, non immaginavo mai che quel poco che mi appartiene era un cavallo da monta, mi hai fatto godere come una cagna in calore, grazie anche all'acqua che è mancata, sorrideva felice, mentre io giochicchiavo tra il seno ed il naso, ci accarezzavamo reciprocamente, ci baciavamo, e tra un bacio e l'altro mi disse che la solitudine era la cosa peggiore per una donna sola, certe sere sembra d'impazzire, si la TV mi fa compagnia però non puoi capire quante volte vicino al camino magari leggendo anche un buon libro mi assale la voglia, la tentazione di farmi una bella scopata, scoparsi un uomo è sempre un piacere, scoparmi il figlio della mia migliore amica è stato il massimo della goduria, non ti scandalizzare, siamo essere umani con qualche virtù e tanti vizi, si, mi tocco, mi strofino, mi faccio tanti ditalini, stasera però mi sono rifatta da tanta astinenza, il tuo corpo, il tuo odore, ma soprattutto il tuo cazzo mi ha scavata, vangata e saziata la fica ed il culo, sentivo il tuo cazzo sbattere ed entrare nel mio cervello, ho goduto tanto, grazie tesoro, quando m'inculavi e poi mi torturavi la fica, è stato goduria piena ed assoluta, ero estasiata, mi fanno male le labbra, tante volte le ho morse perché provavo piacere, scusami, ad un certo punto, non capivo più un cazzo, potevi buttarmi anche sul fuoco ardente, non sentivo nulla ero talmente arrapata, assatanata vogliosa solo del cazzo, volendo, qualche altra sera fermati, ceniamo insieme, vienimi a trovare sono sempre sola.

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17/01/2017 12:52

Alessia

Questa storia fa ridere!! CHE PIRLATA!

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