BOY TOY: SESSO SU ORDINAZIONE - seconda parte - Taranto Trasgressiva

BOY TOY: SESSO SU ORDINAZIONE - seconda parte - Taranto Trasgressiva

BOY TOY: SESSO SU ORDINAZIONE - seconda parte Sono tornato in cucina. Adesso sì che ero incazzato! Mi sono versato un altro bicchiere ed ho pensato: "Evidentemente era chinato dall'altra parte della vasca, le stava leccando la figa e non l'ho visto. Troia... altro che apertura! Tra il dire e il fare, c'è di mezzo il mare! Però, in effetti, avevo sempre fatto il moderno, l'anticonformista e adesso mi comportavo come un siciliano geloso. Io l'amavo tanto... e se l'avessi persa? In fondo, lui era solo un ragazzo giocattolo" e non si erano mai visti prima...". Al terzo bicchiere, mi sono calmato e ho cambiato strategia. Li ho raggiunti vicino all'ingresso, mentre il toy boy usciva con un occhio livido. Mi sono scusato per l'equivoco e l'ho convinto a far pace davanti ad un bel bicchiere di vino fresco. Giulia voleva un compagno aperto e moderno? L'avrebbe avuto! Mentre lei lo salutava e si eclissava in camera da letto, ho sfoderato le mia abilità di venditore, ho accompagnato Raul in cucina, l'ho ammorbidito con due robusti bicchieri di cabernet e gli ho offerto altro denaro in anticipo per scoparcela insieme con una doppia penetrazione. Dopo aver intascato, ha accettato. Con la seconda bottiglia di cabernet mezza vuota ed un 200 g. di burro preso dal frigo, siamo andati nel reparto notte già svestiti. L'unica luce proveniva dalla camera da letto. Giulia era curva su un fianco, sembrava appisolata o forse fingeva di esserlo. Avrei voluto darle ulteriori spiegazioni, invece ho taciuto per ripicca, mi sono disteso sul letto matrimoniale, ho sollevato delicatamente lenzuolo e coperta, l'ho abbracciata da dietro e l'ho baciata sul collo. Anche lei era già nuda. Le ho accarezzato le piccole tette a pera, strofinandole il cazzo moscio tra le natiche. Lei restava ferma, con le palpebre chiuse, a godersi quelle coccole. Raul era in piedi dall'altro lato, gli ho fatto segno di appoggiare il suo pisellone altrettanto moscio sulla bocca di Giulia e così lei ha aperto gli occhi. Era stupita, imbarazzata, si è girata ed ha visto anche me. Era talmente sorpresa, che si è girata di nuovo e gli ha preso il birillo in bocca, succhiandolo fino a farlo diventare duro, mentre io le ungevo il buco del culo e lo sfintere anale col burro. Tutto questo bordello mi faceva incazzare, ma nello stesso tempo mi eccitava. Volevo che lei capisse che ero io ad aver organizzato il gioco. Alzando un po' la voce, ho detto a Raul di sdaiarsi sul letto e di penetrarla a smorza candela. Poi mi sono messo davanti e, senza tanti complimenti, gli ho piantato il mio cazzo dentro la figa. Lei godeva, ansimava, sudava, come un sandwich, una fetta di carne calda stretta tra due cazzi. L'abbiamo montata in quel modo per almeno venti minuti, lei gridava e veniva a raffica. Io mi sforzavo di resistere il più a lungo possibile ed il mio compare super-allenato non aveva problemi. Quando l'ho vista esausta, mi sono lasciato andare e le ho scaricato in vagina una sborrata colma di rabbia, invitando il toy boy a fare lo stesso nel suo culo. Alla fine, l'abbiamo lasciata sul letto stanca, sazia di sesso e... sola. Raul si è ripulito, ci siamo salutati e se n'è andato. Io ho preso una sigaretta dal pacchetto che tengo per gli ospiti e le occasioni speciali, l'ho accesa e sono tornato sul letto con un bicchiere vuoto per depositare la cenere. Pensavo... - Roby, ma cosa fai? Tu fumi soltanto due-tre volte all'anno... - Sì, ma questa è un'occasione speciale... - Hai ragione. Sai, voglio dirti che ho apprezzato molto il tuo gesto. Hai dimostrato davvero di avere una mente aperta, contemporanea... - Forse... però questa è casa mia. Perciò tu domattina fai le valige, prendi le tue cose, lasci le chiavi in cucina e te ne vai affanculo. Per i mobili e tutto il resto, ti farò sapere. Io vado a dormire in sala, buonanotte... tesoro. Mi sono alzato, ho preso una coperta e mi sono sistemato sul divano chiudendo la porta. Verso le 4 di mattina, ho sentito l'uscio di casa aprirsi e richiudersi. Un po' come avevo fatto io. FINE

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